UNIVERSITÀ E SCUOLA
Museo diffuso Unipd. Antichi modelli matematici e la spiegazione del miracolo di Isaia
Il viaggio de Il Bo Live alla scoperta delle 12 collezioni che fanno parte del progetto del Museo diffuso, portato a compimento in occasione delle celebrazioni per gli ottocento anni dell'università e pensato per offrire un'occasione permanente con cui apprezzare l'eccezionale patrimonio di carattere tecnico scientifico frutto della didattica e della ricerca condotte a Padova nel corso dei secoli e fino ai nostri giorni, fa oggi tappa al dipartimento di Matematica.
A caratterizzare l'esposizione è una selezione di modelli matematici, estremamente belli anche dal punto di vista estetico, che fanno parte di una più ampia collezione, conservata nella biblioteca del dipartimento, che conta circa 150 oggetti. I pezzi più antichi risalgono alla seconda metà del XIX secolo e sono la testimonianza dell'impegno con cui il professor Giuseppe Veronese, matematico di fama mondiale che fu tra i principali esponenti del gabinetto di Geometria di Padova, puntò sull'introduzione della componente esperienziale all'interno della didattica.
Lo strumento di maggiore pregio e fascino è poi il quadrante solare a retrogradazione, firmato dal celebre costruttore parigino Alfred Molteni nel 1889, che permette di dare una spiegazione scientifica al miracolo di Isaia descritto nella Bibbia.
Il fenomeno è quello dell'ombra della meridiana che torna indietro di dieci gradi dopo essere scesa nella sua direzione abituale: nella Bibbia diventa il segno con cui il Signore annuncia l'imminente guarigione di Ezechia, figlio del re Achaz. Diversi secoli dopo si è scoperto che il "miracolo della retrogradazione" dell'ombra poteva essere riprodotto attraverso particolari condizioni di inclinazione del quadrante e l'esemplare di orologio solare in esposizione, accompagnato da un video che illustra nel dettaglio in che modo è possibile visualizzare il fenomeno, è la testimonianza di come nel corso del tempo si sia riusciti a comprendere qualcosa che va in direzione opposta rispetto all'intuizione.
"La storia della matematica all’università di Padova è molto antica, ricordiamo che Galilei è stato professore di matematica presso il nostro ateneo", introduce il professor Marco Ferrante prima di passare ad illustrare la collezione del dipartimento che dal 2018 è intitolato a Tullio Levi-Civita.
Marco Ferrante, professore ordinario del dipartimento di Matematica e responsabile scientifico della collezione del Museo diffuso, illustra gli strumenti in esposizione. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar
"All’interno del dipartimento, che a partire dai primi anni Duemila ha sede a Torre Archimede, sono presenti quasi tutte le anime della matematica con ricerche di punta in molti campi come l’analisi matematica, la geometria, l’algebra, il calcolo delle probabilità e una parte di matematica applicata, senza dimenticare tutto l’ambito che riguarda l’informatica", spiega il professor Marco Ferrante.
Una parte rilevante della collezione del museo diffuso rende omaggio al professor Giuseppe Veronese, matematico di fama mondiale che fu il massimo esponente del gabinetto di Geometria, la cui fondazione risale a metà dell'800.
"Intorno al 1860 Giuseppe Veronese iniziò una collezione di modelli, la prima in Italia e una delle più importanti al mondo che siano presenti tuttora. Questi modelli, come ricorda anche una frase dello stesso professor Veronese riportata sui pannelli della collezione, erano pensati per la didattica. Si trattava di un’impostazione molto moderna perché aveva compreso l'importanza della componente esperienziale e della possibilità di vedere nella pratica ciò che la mente altrimenti poteva solo astrarre", continua il docente.
“ L'intuito in Geometria consiste nel rappresentarci alla nostra mente le figure dello spazio[...]E' questo intuito che bisogna far sviluppare nella mente dei Giovani e a tal uopo è utile accompagnare ogni dimostrazione geometrica[...]con disegni e modelli Guiseppe Veronese
In esposizione è possibile ammirare modelli in gesso, metallo e filo, molto suggestivi anche dal punto di vista estetico. "Rappresentano delle figure geometriche, dando così la possibilità agli studenti la possibilità di visualizzare concretamente ciò che viene descritto dalle equazioni e insegnato dai corsi di geometria", spiega Ferrante. Ai modelli della collezione del museo diffuso si aggiungono poi altri 50 esemplari custoditi presso la biblioteca del dipartimento di Matematica.
Un altro oggetto di grande valore e interesse è il quadrante solare a retrogradazione. "Questo orologio solare, come raccontato in dettaglio anche in un video che accompagna la collezione, permette di dare una spiegazione scientifica ad un fenomeno già presente nella Bibbia come un qualcosa di magico. Si tratta del fatto che con una particolare inclinazione di questo orologio solare si vede l’ombra riflessa sul quadrante assumere un moto retrogrado: all’inizio, per un paio d’ore, procede da ovest verso est, poi il moto della punta dell’ombra tende invece ad andare nell’altra direzione. Questo è dovuto a un fenomeno che sembra contrario all’intuizione ma che è spiegabilissimo dal punto di vista matematico e dipende dall’inclinazione particolare di questo oggetto e il momento migliore per osservarlo è nei giorni intorno al solstizio d’estate", conclude il professor Marco Ferrante .
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