IN ATENEO

I 100 anni di un giornale universitario

Nel 1919 usciva per la prima volta il giornale goliardico "Il Bo": attraverso un racconto per immagini ripercorriamo un secolo di vita all'università di Padova. Disegni di Marco Roveroni

Così, quando si deve scegliere un nome per il giornale dell’università, per molti è naturale pensare al Bo. Nella prima estate dopo la grande guerra, in una città ancora stremata (Padova è stata a lungo capitale del fronte e qui, a Villa Giusti, è stato concluso l’armistizio tra Italia e Austria), viene diffuso il primo numero de “Il Bò, rivista goliardica quindicinale”. Gli articoli sono di tono scanzonato e ironico, spesso accompagnati da gustose vignette dal tratto elegante, mentre il giornale viene stampato dai torchi della Litotipo (poi Cedam), nel tentativo di favorire la nascita di un’associazione goliardica rappresentativa di tutti gli studenti “senza distinzione di opinioni politiche o confessionali”.

La rivista ha una vita effimera e termina le pubblicazioni lo stesso anno. È soprattutto a partire dal 1933 che iniziano ufficialmente le pubblicazioni del giornale dell’università di Padova, a fascismo ormai saldamente al potere, in occasione della festa delle matricole del 4-6 febbraio che vede a Padova la presenza dell’allora segretario generale del Partito nazionale fascista Achille Starace. Il locale Gruppo universitario fascista (Guf), in collaborazione con il Tribunato degli studenti, pubblica El Bò in onore del prestigioso ospite, che però si risente molto con i padovani: nel corso dei festeggiamenti viene infatti punto alle natiche, forse con un gagliardetto, da uno studente “ubbriaco”. Nel 1934 le feriae matricularum saranno sospese.

La rifondazione arriva l’8 febbraio 1935, con il primo numero del periodico che per oltre tre decenni accompagnerà i momenti importanti della storia dell’Università di Padova. Si chiama Il Bò e nasce per volontà di Carlo Anti, rettore dal 1932 al 1943, il cui nome è legato al profondo rinnovamento edilizio dell'università (di cui sono esempio il cortile nuovo di Palazzo Bo, ma anche il nuovo Istituto di Fisica e l’osservatorio di Asiago) e alla collaborazione con il grande architetto e designer Gio Ponti, che rimaneggia profondamente gli interni di Palazzo Bo e progetta personalmente Palazzo Liviano, sede della facoltà di lettere. Il Bò, con l'accento, esce con cadenza quindicinale, il secondo e il quarto sabato del mese; è scritto soprattutto da studenti e contiene notizie di politica, arte e cultura, ma anche resoconti vivaci di vita studentesca, non senza qualche tocco polemico.

SPECIALE I 100 anni di un giornale universitario

  1. Gli inizi
  2. Gli anni '30
  3. Antifascisti in redazione
  4. Tra fascismo e resistenza
  5. L'età della radio
  6. Dal dopoguerra a oggi

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