SOCIETÀ

Pietro Bartolo: il medico dei migranti a Lampedusa

Fare il medico a Lampedusa non è un mestiere come gli altri. L’isola, un puntino di terra nel mezzo del Mediterraneo accerchiata da Africa e Europa, rappresenta uno dei punti di ingresso principali per le persone che vogliono raggiungere il vecchio continente, spesso dopo un viaggio pieno di insidie che li lascia stremati e senza forze.

Il dottor Pietro Bartolo lavora nell’isola, nella quale è nato, dal 1991. Con la sua équipe si occupa di curare chi vive sull’isola, i turisti, ma soprattutto tutti quelli che sbarcano sull’isola, e che portano con sé poco altro oltre alle storie delle loro vite.

“Iniziamo col dire che i migranti non portano malattie, al contrario di quanto si sente dire ogni tanto – racconta Pietro Bartolo – certo, quando arrivano queste persone hanno tutti i segni del durissimo viaggio che hanno compiuto, come disidratazione e ipotermia, i segni delle torture e delle violenze, ma certamente non si tratta di malattie infettive che possono far preoccupare”.

Quello delle migrazioni è un tema che compare quasi quotidianamente nelle cronache. Spesso viene raccontato con termini apocalittici – mai sentito parlare di “invasione”? – che dipingono una realtà dei fatti diversa da quello che effettivamente succede. “L’invasione è la più grande bugia che ci raccontano, quando si parla di migranti – continua Bartolo – in 28 anni ho visitato circa 350.000 persone, sono numeri ridicoli. Però quando si sentono questo tipo di notizie poi le persone si spaventano, hanno paura, e reagiscono nel modo sbagliato”.

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Proprio dalla reazione a questo tipo di notizie nasce l’impegno in prima linea di Pietro Bartolo, anche attraverso un film – ha partecipato al documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che nel febbraio 2016 ha vinto l'Orso d'oro al festival di Berlino – e con due libri, che raccontano le storie che raccoglie ogni giorno, oltre ovviamente all’impegno in prima linea quando è in servizio. giornata mondiale dei migranti: cosa vuol dire migrare

Essere un medico ed amare quello che si fa, anche a costo di “sprecare” tutti i weekend per tre anni di fila: “la professione medica per me è una missione, ma il mio impegno nasce dalla mia coscienza come uomo: a me interessa far conoscere la verità alle persone. I valori sono quelli che danno un senso alla nostra vita, e i diritti umani ne costituiscono una parte fondamentale”.

Testimonianze e racconti come quelli di Pietro Bartolo non sono semplici da capire, e qualche volta nemmeno da ascoltare, perché ci mettono di fronte alle nostre responsabilità, e alla nostra coscienza. Per impedire di essere “cattivamente informati” abbiamo bisogno di esperienze come la sua, per tenere il cervello allenato e il pensiero critico sempre sveglio.


Pietro Bartolo sarà ospite del Festival della salute globale, sabato 6 marzo alle ore 21.00 in Aula Magna di Palazzo Bo. È possibile partecipare all’incontro, ad ingresso gratuito, registrandosi a questo link

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