REUTERS/Stefanie Loos
Fare il medico a Lampedusa non è un mestiere come gli altri. L’isola, un puntino di terra nel mezzo del Mediterraneo accerchiata da Africa e Europa, rappresenta uno dei punti di ingresso principali per le persone che vogliono raggiungere il vecchio continente, spesso dopo un viaggio pieno di insidie che li lascia stremati e senza forze.
Il dottor Pietro Bartolo lavora nell’isola, nella quale è nato, dal 1991. Con la sua équipe si occupa di curare chi vive sull’isola, i turisti, ma soprattutto tutti quelli che sbarcano sull’isola, e che portano con sé poco altro oltre alle storie delle loro vite.
“Iniziamo col dire che i migranti non portano malattie, al contrario di quanto si sente dire ogni tanto – racconta Pietro Bartolo – certo, quando arrivano queste persone hanno tutti i segni del durissimo viaggio che hanno compiuto, come disidratazione e ipotermia, i segni delle torture e delle violenze, ma certamente non si tratta di malattie infettive che possono far preoccupare”.
Quello delle migrazioni è un tema che compare quasi quotidianamente nelle cronache. Spesso viene raccontato con termini apocalittici – mai sentito parlare di “invasione”? – che dipingono una realtà dei fatti diversa da quello che effettivamente succede. “L’invasione è la più grande bugia che ci raccontano, quando si parla di migranti – continua Bartolo – in 28 anni ho visitato circa 350.000 persone, sono numeri ridicoli. Però quando si sentono questo tipo di notizie poi le persone si spaventano, hanno paura, e reagiscono nel modo sbagliato”.
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Proprio dalla reazione a questo tipo di notizie nasce l’impegno in prima linea di Pietro Bartolo, anche attraverso un film – ha partecipato al documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che nel febbraio 2016 ha vinto l'Orso d'oro al festival di Berlino – e con due libri, che raccontano le storie che raccoglie ogni giorno, oltre ovviamente all’impegno in prima linea quando è in servizio. giornata mondiale dei migranti: cosa vuol dire migrare
Migrare vuol dire scoprire un mondo nuovo che speriamo possa divenire dimora accogliente della nostra esistenza. Qualunque sia la ragione, si cambia luogo per cambiare la propria vita e a tutti spetta il diritto di costruirsi una vita migliore. #giornatamondialemigranti
— Pietro Bartolo (@bartolopietro1) 18 dicembre 2018
Essere un medico ed amare quello che si fa, anche a costo di “sprecare” tutti i weekend per tre anni di fila: “la professione medica per me è una missione, ma il mio impegno nasce dalla mia coscienza come uomo: a me interessa far conoscere la verità alle persone. I valori sono quelli che danno un senso alla nostra vita, e i diritti umani ne costituiscono una parte fondamentale”.
Testimonianze e racconti come quelli di Pietro Bartolo non sono semplici da capire, e qualche volta nemmeno da ascoltare, perché ci mettono di fronte alle nostre responsabilità, e alla nostra coscienza. Per impedire di essere “cattivamente informati” abbiamo bisogno di esperienze come la sua, per tenere il cervello allenato e il pensiero critico sempre sveglio.
Pietro Bartolo sarà ospite del Festival della salute globale, sabato 6 marzo alle ore 21.00 in Aula Magna di Palazzo Bo. È possibile partecipare all’incontro, ad ingresso gratuito, registrandosi a questo link