Premio Galileo 2025 ad Alfonso Lucifredi con “Troppi”, per tornare a parlare di sovrappopolazione
Foto del servizio: Post Visual Lab per ItalyPost
"Siamo davvero troppi? Non ho una risposta, l'importante però è parlarne". Parte da una domanda aperta più che da una tesi chiusa il messaggio di Alfonso Lucifredi, vincitore del Premio Galileo 2025 per la divulgazione scientifica con il libro Troppi. Conversazioni sulla sovrappopolazione umana e sul futuro del pianeta (Codice edizioni).
La proclamazione è avvenuta oggi a Padova, nel corso della cerimonia ufficiale presso l’Aula Magna dell’università a Padova alla presenza della rettrice Daniela Mapelli, dell’assessore alla cultura del Comune di Padova Andrea Colasio e presidente della Fondazione Cariparo è Gilberto Muraro, della giuria scientifica e degli studenti delle scuole superiori chiamati a esprimere il loro voto. Un momento solenne e partecipato, che conferma il ruolo del Premio Galileo come ponte tra ricerca, società e nuove generazioni.
Nel suo intervento Lucifredi non si è sottratto alla complessità del problema: “Fino agli anni Settanta si è parlato molto di sovrappopolazione – ha ricordato – poi le previsioni catastrofistiche di alcuni non si sono avverate e da allora l’argomento è stato accantonato. Il tema però rimane centrale per il futuro della società e della biosfera, ovvero di tutti gli esseri viventi non umani che spesso escludiamo dai nostri calcoli”. Parole che rivelano il cuore del libro: più che profezia o condanna il tentativo di riaprire un confronto pubblico informato, critico e consapevole.
Troppi si muove sul confine tra scienza, etica e politica interrogando dati, scenari e responsabilità collettive. Lucifredi evita soluzioni semplicistiche preferendo un approccio dialogico e plurale, in cui la cifra divulgativa non scade mai nella banalizzazione. Ed è proprio questa capacità di tenere insieme complessità e chiarezza ad aver convinto la giuria e il voto degli studenti, che hanno riconosciuto al volume un valore non solo informativo ma anche civile.
Al secondo posto si è piazzata Laura Crucianelli con La storia naturale del tatto, un viaggio nel quinto senso e nella sua importanza per la nostra vita emotiva e sociale, al terzo Vittorio Lingiardi con Corpo, umano, in cui si riflette sul nostro organismo attraverso la lente della scienza e della psicoanalisi. Al quarto Nello Cristianini con Machina Sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, un’indagine sulla natura dell’intelligenza artificiale e sul suo impatto sociale; infine al quinto posto Michele Pompei con Razze umane, che smonta il concetto di razza dal punto di vista biologico e scientifico.
La cinquina finalista era stata selezionata all’inizio dell’anno dalla giuria scientifica presieduta da Maria Francesca Matteucci, astrofisica e socia dell’Accademia dei Lincei, comprendente giornalisti, divulgatori ed esperti come Silvia Bencivelli, Piero Bianucci, Clara Caverzasio, Davide Coero Borga, Roberta Fulci, Sergio Pistoi, Domenico Pitrelli, Massimo Polidoro, Simona Regina e Andrea Vico.
Il Premio Galileo, giunto alla sua diciannovesima edizione, si conferma un riconoscimento prestigioso a livello nazionale, ancora più importante per promuovere un dialogo fondato, informato e democratico in un’epoca in cui la scienza viene spesso messa in discussione.
Premio Galileo 2025
- Machina Sapiens di Nello Cristianini
- Storia naturale del tatto di Laura Crucianelli
- Corpo, umano di Vittorio Lingiardi
- Troppi di Alfonso Lucifredi
- Razze umane di Michele Pompei