UNIVERSITÀ E SCUOLA

A scuola tutto bene? L'accessibilità delle scuole italiane

Gli studenti con disabilità che nell’anno scolastico 2019/2020 hanno frequentato le scuole italiane sono stati il 3,5% del totale. Una percentuale che significa quasi 300mila persone con un trend in crescita rispetto all’anno precedente (+6%).

Lo evidenzia un rapporto Istat che ci aiuta ad analizzare se le scuole italiane sono pronte ad accogliere questi studenti e queste studentesse, sia per quanto riguarda le dotazioni, sia per quanto riguarda le infrastrutture. 

Il documento, uscito nel dicembre 2020, mette in luce come ”con la didattica a distanza i livelli di partecipazione sono diminuiti sensibilmente e, tra aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità, cioè circa 70 mila studenti, non ha preso parte alle lezioni. Una quota che cresce nelle regioni del Mezzogiorno dove si attesta al 29%”. 

I motivi per cui la partecipazione degli alunni con disabilità è stata bassa sono diversi ed emergono chiaramente dal rapporto. “Tra i più frequenti sono da segnalare la gravità della patologia (27%), la difficoltà dei familiari a collaborare (20%) e il disagio socio-economico (17%). Per una quota meno consistente ma non trascurabile di ragazzi, il motivo dell’esclusione è dovuto alla difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (PEI) alla didattica a distanza (6%), alla mancanza di strumenti tecnologici (6%) e, per una parte residuale, alla mancanza di ausili didattici specifici (3%)”.

Gli alunni con disabilità sono, per la precisione, 268.671. Di questi, secondo i dati Miur, quasi 20 mila (19.907) frequentano la Scuola dell’infanzia, 100.434 la primaria, 70.431 la secondaria di primo grado ed infine 77.899 la scuola secondaria di secondo grado. 

Ma le scuole sono pronte ad accoglierli? Per quanto riguarda il numero di insegnanti di sostegno presenti in Italia sembra di si, ma con alcune riserve. La legge, cioè la 244 del 27 dicembre 2007, detta anche Finanziaria 2008, all’articolo 2 comma 413 dice che “il numero dei posti degli insegnanti di sostegno, a decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, non può superare complessivamente il 25% del numero delle sezioni e delle classi previste nell'organico di diritto dell'anno scolastico 2006/2007”. In pratica dal 2008/2009 sono previste compensazioni tra province per il raggiungimento di un rapporto medio nazionale di un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità.

In Italia gli insegnanti di sostegno sono poco più di 176 mila, con un rapporto di 1,7 alunni ogni insegnante per il sostegno. Oltre al numero però bisogna considerare anche le competenze specifiche, ed è qui che il rapporto Istat pone l’attenzione. “Il numero di insegnanti specializzati risulta ancora insufficiente - si legge nel rapporto -; la richiesta di queste figure aumenta di anno in anno più velocemente di quanto non cresca l’offerta. Per questa ragione nel 37% dei casi si selezionano i docenti per il sostegno dalle liste curricolari; si tratta di docenti individuati per rispondere alla carenza di insegnanti per il sostegno, ma che non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolgono attività di sostegno sale al 47% mentre si riduce nel Mezzogiorno attestandosi al 24%”.

Gli studenti con disabilità che nell’anno scolastico 2019/2020 hanno frequentato le scuole italiane sono stati il 3,5% del totale

C’è poi il tema degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Nelle scuole italiane gli assistenti ad personam, cioè coloro i quali hanno il compito di affiancare gli insegnanti per il sostegno, sono più di 57 mila. Sono operatori specializzati che, come riporta l’Istat “sono finanziati dagli enti locali, la cui presenza può migliorare molto la qualità dell’azione formativa facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni d’autonomia. Inoltre, con l’avvio della didattica a distanza, il suo coinvolgimento può risultare determinante nel supportare l’alunno e sollevare le famiglie da un impegno a volte molto gravoso”. Il rapporto alunno/assistente mediamente in Italia è pari a 4,6, ma tale rapporto cambia molto da regione a regione.

Tra questi assistenti poi, solamente il 5% conosce la lingua italiana dei segni (LIS). 

Insomma se per quanto riguarda il sostegno la situazione è delineata, quello che noi abbiamo riscontrato analizzando l’edilizia scolastica risulta ancora più lampante. Dei 58.598 edifici scolastici presenti in Italia, solamente il 38% ha un servizio di trasporto per le persone con disabilità. I dati Miur parlano chiaro, anche se lo fanno con un linguaggio che sarebbe deplorevole in ogni contesto, ma lo è ancor di più se esce da un Ministero. 


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La percentuale meno virtuosa la vediamo proprio analizzando quanti edifici scolastici italiani hanno a disposizione un mezzo di trasporto dedicato a persone con disabilità. Su un campione di 53.596 edifici, cioè quelli per cui è stato inserita l’informazione, ben 33.488 sono privi di autobus dedicato. Una percentuale, quella del 62%, che è indubbiamente alta ma dobbiamo sempre tenere a mente ciò che abbiamo ripetuto anche nelle altre puntate del nostro reportage sulle scuole: l’Italia ha un territorio alto e complesso, e conoscere la sua conformazione ci aiuta a comprendere come mai sono 10.317 gli edifici scolastici non accessibili da mezzi privati e 27.274 quelli non raggiunti dai trasporti pubblici urbani.

La notizia più positiva, che esce dall’analisi dei dati Miur, è quella che il 75% degli edifici scolastici italiani ha superato le barriere architettoniche. 44.023 edifici su 58.479 sono infatti  dotati di accorgimenti specifici in merito. La norma che regola questi accorgimenti è il Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503, chiamato appunto "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici".

Nel DPR 503/1996 è esplicitato anche il significato, e per barriere architettoniche si intendono: “gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per  la  mobilità di  chiunque  ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente  o temporanea;  gli  ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti; la  mancanza  di  accorgimenti  e  segnalazioni  che  permettono l'orientamento  e  la  riconoscibilità  dei  luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i  non  vedenti,  per  gli ipovedenti e per i sordi”.

Il 75% degli edifici scolastici italiani ha superato le barriere architettoniche

L’obbligatorietà di garantire l’accesso alla scuola da parte di tutti però è arrivata qualche anno prima rispetto al DPR 503/1996. È del 1971 la legge 118 che, all’articolo 28, dice: ”Ai  mutilati e invalidi civili che non siano autosufficienti e che frequentino  la  scuola  dell'obbligo  o  i  corsi  di  addestramento professionale finanziati dallo Stato vengono assicurati: il trasporto gratuito dalla propria abitazione alla sede della scuola o del corso e viceversa, a carico dei patronati scolastici o dei  consorzi  dei  patronati scolastici o degli enti gestori dei corsi; l'accesso alla scuola mediante adatti accorgimenti per il superamento  e  la eliminazione delle barriere architettoniche che ne impediscono la frequenza; l'assistenza durante gli orari scolastici degli invalidi più gravi”.

Insomma un obbligo a rendere accessibile l’edificio scolastico a tutti che è ribadito anche nel DPR 384 del 27 aprile 1978. “Gli  edifici delle istituzioni pre-scolastiche, scolastiche, comprese le università e delle altre istituzioni di interesse sociale nel settore della scuola dovranno essere tali da assicurare la loro utilizzazione anche da parte di studenti non deambulanti o con difficoltà di deambulazione”.

Per essere accessibili gli edifici pubblici e privati degli istituti scolastici d’ogni grado devono prevedere almeno un percorso esterno che colleghi la viabilità pubblica all'accesso dell'edificio, dei posti auto riservati, la piena utilizzazione di ogni spazio anche da parte degli studenti con ridotte o impedite capacita motorie, ed almeno un servizio igienico accessibile. 

Gli edifici che presentano un percorso interno dedicato a persone con disabilità sono 23.871, cioè il 52% del totale. Va ancora peggio se si analizzano gli edifici che hanno percorsi esterni dedicati a persone con disabilità. In questo caso il numero è 20.188, cioè meno della metà del totale. Se poi proviamo ad incrociare tutti questi dati, secondo norme di legge, gli edifici che rispettano tutte le direttive per essere accessibili sono una percentuale sconfortante.

Se partiamo dal totale di 58.598 edifici scolastici e prendiamo in considerazione quelli che hanno superato le barriere architettoniche, che hanno percorsi esterni e interni per persone con disabilità, quelli che hanno le porte con una larghezza accessibile, quelli che hanno un trasporto dedicato a persone con disabilità, che hanno i servizi igienici dedicati e le scale a norma arriviamo ad un massimo di 5.482 edifici. Se poi vogliamo inserire anche il parametro dell’ascensore per le persone con disabilità questo numero scende a 3.235. Insomma per farla breve meno di un edificio scolastico italiano su dieci è totalmente pronto ad accogliere studenti e studentesse con disabilità. 

Questa è un’analisi sui dati aggregati, quindi fallace per forza di cose nel risultato finale (sappiamo che sommare tutti gli indicatori a volte potrebbe risultare fuorviante) ma la panoramica che fornisce dovrebbe essere un monito per prestare più attenzione all’argomento.

L’obiettivo di tutte le puntate di questo reportage denominato “A scuola tutto bene?” è quello di rendere consapevoli dello stato delle scuole italiane, sia coloro i quali quotidianamente ci torneranno in quegli edifici, che sappiamo essere quasi il 16% circa della popolazione italiana, sia il Ministero che dovrebbe fare in autonomia un’analisi del tutto similare alla nostra per rendere le scuole sicure e accessibili a tutti.


LEGGI LE ALTRE PUNTATE DEL REPORTAGE "A SCUOLA TUTTO BENE?"

  1. A scuola tutto bene? Proviamo a capirlo.
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