SOCIETÀ

Nell'ultimo anno in Italia sono giunte via mare poco più di ventimila persone

Ventimila persone sono il pubblico di uno stadio di calcio di media entità. Ventimila persone sarebbero un risultato negativo per un derby tra Inter e Milan in un impianto come lo stadio Giuseppe Meazza o sarebbero all’incirca il numero massimo di persone consentite in Piazza San Marco a Venezia durante il famoso volo dell’angelo che apre ufficialmente i festeggiamenti del carnevale.

Tutte ipotesi pre-Covid-19, ma ciò che ci interessa è cercare di capire quante persone concretamente sono ventimila individui. Perché fare ciò? Per capire quanti sono gli esseri umani sbarcati sulle coste italiane nell’ultimo anno. Ventimila infatti è il numero di persone arrivate in Italia tramite il Mar Mediterraneo dal 1 agosto 2019 al 31 luglio 2020.

21.618 per la precisione: un dato che esce dal dossier del Viminale. Il Ministero dell’Interno infatti, a metà agosto di ogni anno traccia un bilancio della sua attività. Dalle delittuosità, alle violenze di genere (di cui abbiamo parlato qui), dalle azioni contro la criminalità organizzata fino al tema dei migranti, nel dossier c’è tutto scritto, non considerando il fine dettaglio ma comunque con una trasparenza utile a comprendere alcune tematiche. 

Tra questi è compreso anche il numero delle persone rimpatriate, un dato che, come avevamo già visto, viene rilasciato in modalità open access solamente con il dossier di ferragosto e non nel cruscotto giornaliero, cioè il resoconto quotidiano ministeriale per quanto riguarda l’immigrazione.

Lo scorso anno i rimpatri erano stati 9.862, mentre quest’anno le persone rimpatriate sono state 4.408. Il 2020 però, lo sappiamo bene, è stato fino ad ora un anno ben particolare ed analizzare questo numero senza prendere in considerazione la pandemia rischia di essere un errore. Il dato infatti è influenzato dalla parziale sospensione delle procedure dal 31 gennaio al 31 maggio 2020 per l’emergenza Covid-19 che ha consentito il rimpatrio di soli 592 espulsi.


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Mentre i rimpatri totali sono calati del 35%, ciò che è cresciuto della stessa percentuale è il numero delle persone allontanate dal territorio nazionale. Dal 1 agosto 2019 al 31 luglio 2020 infatti sono stati allontanati 23.226 soggetti, dei quali 6.613 alla frontiera (anche per questo dato vale il discorso precedente sulla pandemia). 

Il dato che però interessa maggiormente la politica e di conseguenza l’opinione pubblica, è sempre quello sull’arrivo dei migranti. Il numero delle persone che nell’ultimo anno sono sbarcate sulle nostre coste è, come abbiamo visto, 21.618, cioè il 148% in più dello scorso anno, quando erano state 8.691.

I Paesi di partenza delle persone che nell’ultimo anno sono sbarcate sulle coste italiane si confermano sempre gli stessi ma con percentuali diverse rispetto ad un anno fa. Al primo posto c’è la rotta che parte dalla Tunisia, dalla quale sono arrivate in Italia 8.984 persone, cioè il 41,6% del totale. Al secondo posto, con numeri simili (8.746 persone) c’è la rotta libica che un anno fa aveva visto salpare ed arrivare in Italia solamente 1.939 persone, a cui bisogna purtroppo sempre aggiungere quelle che non riescono a giungere a destinazione o perché trovano la morte in mare o perché vengono riprese dalla Guardia Costiera Libica.


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I motivi per cui c’è stato un aumento così cospicuo di persone partite dalla Libia merita un approfondimento a sé. La situazione di instabilità interna libica è nota, con una guerra interna che solamente il 26 agosto scorso sembra aver trovato un po’ di pace, con un cessate il fuoco che, per ora, sta durando. Non è certo questa l’unica motivazione che fa mutare così tanto il numero di partenze di una rotta storicamente complessa, la cui gestione è da sempre intricata anche per i vari governi italiani che negli ultimi anni si sono succeduti al potere.

Per quanto riguarda le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco in Italia, possiamo notare come quella tunisina si confermi la maggiore, con 7.409 persone. Al secondo posto troviamo 2.571 bengalesi, che lo scorso anno erano stati soltanto 291. 

Il lockdown ha influito in modo importante non solo sull’arrivo dei migranti, ma anche sull’intero sistema di accoglienza. Ne è riprova il fatto che nell’ultimo anno le domande di asilo esaminate sono state 71.695, molte meno rispetto ad un anno fa, quando erano state vagliate 121.064 domande. Di fatto quindi, da marzo a giugno 2020 le audizioni presso i Collegi Territoriali sono state sospese in seguito alle normative per il contenimento del Covid-19. 

Meno domande esaminate però non significano meno richieste. Nell’ultimo anno infatti sono state 33.984 le richieste di asilo politico, un numero similare rispetto a quelle avanzate un anno fa.

Stranieri regolari presenti in Italia

Ma quindi quanti sono gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia? Il numero totale si attesta ancora oltre i 4 milioni (per la precisione 4.016.129), dei quali la maggior parte (1.771.414) in Italia per motivi familiari, cioè il ricongiungimento con i propri cari. 1.327.312 stranieri invece, sono in Italia grazie ad un permesso di lavoro subordinato.

Come abbiamo capito quindi, la pandemia ha influito anche sulle migrazioni. L’analisi però non può mai fermarsi solamente alle nostre coste, ma deve necessariamente estendersi sia nel Mediterraneo che oltre, perché meno arrivi significa che l’attenzione dell’Unione Europea deve accendersi in quei luoghi complessi e privi dei diritti umani basilari, come le carceri libiche, in cui la gente vive ammassata ed in condizioni igienico sanitarie precarie.

Solo nel Mediterraneo centrale, quindi le rotte che riguardano principalmente le partenze verso l’Italia, da inizio anno sono morte o disperse 318 persone. Negli ultimi giorni infine, le partenze sono riprese e ne è triste testimonianza l’intervento dalla nave Louise Michel, che è riuscita a salvare più di 150 migranti alla deriva. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

. . mvlouisemichel.org

Un post condiviso da Banksy (@banksy) in data:

La motovedetta finanziata dallo street artist inglese Banksy e dedicata all’anarchica francese Louise Michel, ha già soccorso oltre 150 persone che ora sono a bordo della SeaWatch4, l’imbarcazione della ONG Mediterranea, per una collaborazione tra ONG che significa salvare vite umane.

Il lavoro delle ONG si può notare anche analizzando i già citati numeri del Ministero dell’Interno. Nell’ultimo anno infatti, le persone giunte in Italia tramite soccorsi in mare delle ONG sono state 4.066. Più di 4mila persone che senza questo aiuto avrebbero sicuramente avuto una storia ben diversa da raccontare. 5.271 persone invece sono state quelle soccorse in area SAR italiana, mentre in 16.347 sono sbarcati autonomamente.

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