SOCIETÀ

IPCC: l’impatto del cambiamento climatico sulle piccole isole

Le piccole isole sono tra le realtà più colpite dal riscaldamento globale e dal cambiamento climatico. Non solo temperature più alte, ma anche cicloni tropicali da una parte e siccità dall’altra, alterazione delle precipitazioni, aumento del livello del mare, sbiancamento delle barriere coralline e diffusione delle specie invasive sono tutti fenomeni già ampiamente riscontrati che impattano sia sugli ecosistemi sia sulle società umane che sulle isole ci vivono.

L’ultimo rapporto dell’IPCC (AR6 WG2), nel valutare le conseguenze dei cambiamenti climatici su ecosistemi naturali e società umane, mostra chiaramente che l’innalzamento del livello del mare farà aumentare rapidamente le alluvioni nelle piccole isole: nel 2050 le acque marine saranno più alte di un valore che va dai 15 cm ai 40 cm (a seconda degli scenari), il che raddoppierebbe la frequenza delle alluvioni in gran parte dell’Oceano Indiano e del Pacifico Tropicale, mentre i cicloni rimarranno la principale causa di alluvioni nel Mare dei Caraibi e nel Pacifico Tropicale del Sud.

Ecosistemi

La continua degradazione degli ecosistemi terrestri e marini delle piccole isole dovuto all’impatto antropico amplificherà la vulnerabilità al cambiamento climatico delle popolazioni isolane. Nuovi studi mostrano che con un riscaldamento globale superiore ai 3°C vi sarà un rischio estinzione del 100% per le specie endemiche degli hotspot di biodiversità insulare, che includono i Caraibi e regioni del Pacifico e del Sud-Est Asiatico (il Sundaland). La degradazione degli ecosistemi diminuirà la disponibilità di risorse ai milioni di abitanti delle piccole isole, impattando su insediamenti e infrastrutture, cibo e disponibilità d’acqua, salute ed economia, distruggendo intere culture e provocando massicce migrazioni.

Barriere coralline

Gravi sbiancamenti dei coralli, assieme al declino nelle quantità di coralli, sono già stati osservati in molte piccole isole, specialmente del Pacifico e dell’Oceano Indiano. Alcune piccole isole assisteranno a gravi fenomeni di sbiancamento ogni anno prima del 2040. Al di sopra di 1,5° ci si aspetta un’ulteriore perdita di barriere coralline tra il 70% e il 90%, valore che salirebbe al 99% con un riscaldamento globale al di sopra dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Città e insediamenti

Le città costiere e le comunità rurali delle piccole isole sono già state colpite dall’aumento del livello del mare, da forti precipitazioni e da cicloni tropicali. Il cambiamento climatico sta anche colpendo insediamenti e infrastrutture, la salute e il benessere, la disponibilità di acqua e di cibo, le economie e le culture delle popolazioni delle piccole isole. La maggior parte di queste infatti vive in aree al di sotto di 10 metri sul livello del mare. La crescente esposizione e vulnerabilità è particolarmente evidente per le isole ad atollo.

Acqua

Le previsioni sui cambiamenti nei livelli di aridità mostrano che molte isole saranno esposte a stress idrico. Si stima che con meno di 1,5°C lo stress idrico sarà il 25% minore rispetto a 2°C di riscaldamento globale. Le proiezioni sul rischio di siccità negli Stati delle isole caraibiche indicano che l’aumento delle temperature di 1°C, da 1,7°C a 2,7°C, potrebbe comportare un aumento del 60% del numero di persone esposte a stress idrico tra il 2043 e il 2071.

Cibo

Sulle piccole isole, la perdita di terreno costiero attribuibile al maggior livello del mare ha reso più gravi gli impatti delle precipitazioni estreme e delle onde, mentre l’aumentata aridità ha contribuito a una scarsità di cibo e acqua che è destinata a impattare in modo crescente in molti luoghi. La massima quantità di pescato potrebbe declinare di oltre il 50% nel 2100 (rispetto ai livelli del 1980 – 2000) per la maggior parte dei Paesi delle isole del Pacifico.

Migrazioni

La vulnerabilità delle comunità delle piccole isole, specialmente quelle che fanno affidamento sulla barriera corallina per il proprio sostentamento, potrebbero farsi sentire nonostante le misure di adattamento ben prima del 2100, anche in uno scenario di basse emissioni. Gli impatti del cambiamento climatico sulle aree costiere e a bassa altitudine presentano una seria minaccia alla capacità di quelle terre di sostenere la vita umana. Le migrazioni climatiche sono destinate a crescere, sebbene i fattori scatenanti e gli scenari risultanti siano molto dipendenti dal contesto specifico. Non ci sono evidenze sufficienti per stimare l’esatto numero di migranti climatici dalle piccole isole.

Perdite e danni

Le piccole isole stanno già riportando perdite e danni soprattutto a causa di cicloni tropicali e aumento del livello del mare. Nonostante la perdita di vite umane e i danni economici, i metodi di valutazione di tali perdite restano largamente sottosviluppati per le piccole isole.

Ostacoli all’adattamento

Gli investimenti in strategie di adattamento e trasferimento di conoscenze è massimamente urgente per le piccole isole. Diversi ostacoli però impediscono queste risposte adattative, tra cui sistemi di governance inadeguati, scarse risorse finanziarie, scarse risorse umane. In più, gli apparati istituzionali e legali spesso non sono preparati in modo adeguato. L’indisponibilità di dati climatici aggiornati si fa sentire soprattutto nelle nazioni in via di sviluppo.

Opzioni di adattamento e risposta

Nonostante questo, diversi fattori abilitanti possono essere implementati. Tra questi, migliori forme di governance, riforme di legge, più giustizia, uguaglianza di genere, più risorse umane, maggiori finanziamenti, maggiore istruzione e consapevolezza, maggior accesso a informazioni climatiche, integrazione di conoscenze scientifiche con conoscenze indigene e locali, coinvolgimento delle risorse culturali locali nei processi decisionali.

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