Nel 1938 un gruppo di dieci uomini di scienza italiani firmarono il cosiddetto “Manifesto della Razza”, in cui si affermava: a) che le razze umane esistono; b) che c’è una gerarchia tra le razze per capacità cognitive; c) che la razza italiana (parte della la razza bianca) è superiore a tutte le altre. Quel manifesto servì da base teorica per l’emanazione delle famigerate leggi razziali fasciste che si risolsero nella persecuzione degli ebrei e dei rom.
Nei mesi (ma anche negli anni) scorsi un gruppo di biologi e di antropologi è più volte intervenuti per ribadire: a) che le razze umane non esistono; b) che, di conseguenza, non c’è alcuna gerarchia tra gruppi di umani; c) che gli italiani non sono né superiori né inferiori a qualsiasi altro gruppo di umani.
In particolare un gruppo di persone (tra cui chi scrive) ha proposto un Manifesto della diversità e dell’unità umana, che è stato pubblicato su Scienzainrete, il web journal del Gruppo 2003. Il Manifesto è stato ripreso da Il Bo Live, commentato e sottoscritto dal direttore, Telmo Pievani. È stato inoltre ripreso da Le Scienze, edizione italiana dello Scientific American: La notizia è stata infine diffusa da Nature, la rivista scientifica inglese che è la più diffusa al mondo.
Il tema dell’esistenza delle razze è stato trattato sulla rivista online Anticitera anche da Lucio Russo, Stefano Isola e Alessandro dalla Corte, studiosi di grande valore, ma di diverso orientamento. Secondo gli autori di questo articolo, intitolato Razze e razzismo, le razze umane invece esistono ed è solo per positivi ideologici (seppure nobili) che questo dato viene negato.
Per essere chiari: sia gli estensori del Manifesto della diversità e dell’unità umana sia gli autori di Razze e razzismo negano con uguale forza una qualsivoglia giustificazione al razzismo.
Ne è nata un’interessante discussione che Il Bo Live intende riprendere dando la parola a esponenti dei due gruppi (da un lato Giovanni Destro Bisol e Marco Capocasa; dall’altro Lucio Russo), non perché riteniamo che occorra essere equidistanti rispetto al tema dell’esistenza delle razze umane (chi scrive pensa che la questione sia stata sostanzialmente risolta dalla scienza), ma perché siamo convinti che un dibattito civile e argomentato sia utile a tutti.
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