Nella scorsa puntata abbiamo visto come nel bel mezzo del centro di Milano, fino al 1978 era presente un reattore nucleare. Ancora oggi c’è un residuo di scorie analizzate e sorvegliate. Quello che non abbiamo detto è che quei rifiuti non sono gli unici milanesi. Anche nella zona più periferica di Taliedo è presente una società che tra le sue attività principali ha proprio lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. La Campoverde è attiva fin dai primi anni '50 nel settore della chimica fine, farmaceutica, alimentare e diagnostica. Se la nascita ufficiale della società è datata 1954, è nel 1984 che la Campoverde come la conosciamo oggi viene strutturata come società autonoma, iniziando a gestire i rifiuti radioattivi.
A pochi passi dall’aeroporto di Linate quindi, c’è la sede della società che gestisce circa 235 metri cubi di materiale radioattivo. Anche questi rifiuti sono inseriti nell’inventario dei rifiuti radioattivi pubblicato dall’Isin. Sono tutti rifiuti che poi dovrebbero passare al deposito nazionale di rifiuti radioattivi, una volta che questo sarà realizzato.
Molti dei dati che divulghiamo nella serie Scorie a riposo, sono spesso in divenire ed è normale che da qui alla costruzione del deposito potranno aumentare. Come abbiamo già spiegato più volte infatti, i rifiuti radioattivi non provengono solamente da scorie nucleari, ma ci rientra anche tutta quella tipologia di rifiuti non smaltibili, come ad esempio quelli ospedalieri.
Il deposito di Milano però non è l’unico in gestione alla Campoverde. Nel 2000 infatti la società, a seguito del fallimento della Società Controlsonic, ha preso anche la gestione del relativo deposito di Tortona. Nel 2012, l’Arpa a seguito di un finanziamento della Regione Piemonte, ha supervisionato la bonifica di oltre 2000 fusti di materiale radioattivo realizzata dalla Campoverde. I 2159 barili di materiale oggi sono stipati in un altro luogo ed hanno una portata di circa 214 metri cubi.
Il luogo in questione è a pochi chilometri a sud del centro di Tortona, nella zona industriale che vede da una parte fabbricati e dall’altra del verde che arriva fino al torrente Scrivia. Oltre 2mila bidoni di materiale radioattivo che attendono un nuovo trasloco verso il deposito nazionale.
Sappiamo però che i tempi non sono certo brevi e solo alla fine del 2023 dovremmo conoscere il posto dove tale deposito dovrebbe essere costruito. Poi ci sarà da attendere la realizzazione e le date emerse sembrano portare al 2029 per l’inizio della tumulazione delle scorie. Il condizionale è d’obbligo, nel mezzo ci sono tutti gli imprevisti che come italiani conosciamo bene, dai cambi di governo ai commissariamenti.
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La serie Scorie a riposo è sviluppata in parte con il supporto di Journalismfund.eu