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Medicina a Padova nei secoli: Santorio Santori e la nascita della fisiologia moderna

Medico, filosofo, studioso e inventore ingegnoso. Quella di Santorio Santori (o Santorio), considerato il padre della fisiologia moderna, è una figura poliedrica che per tutta la vita si divide tra lo studio e la pratica medica. Figlio di Antonio, alto ufficiale della Repubblica Veneziana e di Elisabetta Cordona, erede di una nobile famiglia istriana, Santorio nasce a Capodistria il 29 marzo del 1561. Qui inizia i suoi studi che prosegue prima a Venezia, insieme ad Andrea Morosini (1558-1618), e poi nello Studio di Padova dove si laurea in medicina nel 1582, città dove rimane qualche anno, esercitandosi nel campo medico. Tra il 1588 e il 1592 si sposta tra la Polonia, la Croazia e l’Ungheria dove è medico e consulente molto ricercato e nel 1592 fa ritorno a Venezia, dove stringe amicizia con Paolo Sarpi (1552-1623), Niccolò Contarini (1553-1631) e Galileo Galilei (1564-1642), che sarà uno dei soggetti che si sottoporrà alle sue numerose ricerche sperimentali. È il 1611 quando viene nominato professore nella prima cattedra di medicina teorica ordinaria nello Studio di Padova, la più alta e importante di tutte le cattedre di medicina.

Il professor Fabrizio Bigotti, racconta chi era Santorio Santori al Musme (Museo di storia della medicina di Padova) che ha dedicato un'intera sala al medico e studioso. Immagini e montaggio video, Elisa Speronello

Il sedicesimo secolo è un momento storico di grande importanza per lo sviluppo della disciplina medica grazie soprattutto alla diffusione delle ricerche scientifiche e degli studi anatomici, capaci di fornire le evidenze necessarie allo studio del corpo umano. E proprio la città di Padova, nel ‘500, diventa il primo grande centro di studi di anatomia umana e comparata.
Nell’evoluzione delle discipline anatomiche, alla cosiddetta anatomia chirurgica si affiancò quella animata, rivolta a indagare e chiarire nello specifico il funzionamento degli organi. Proprio in questo studio si distingue la figura del medico galenista Santorio Santori che fu il primo ad applicare il metodo quantitativo in biologia e in medicina attraverso una serie di strumenti da lui stesso ideati e costruiti che ne fanno il padre della fisiologia sperimentale moderna e uno dei massimi rappresentanti nella storia della medicina, insieme all’inglese William Harvey (1578-1657). Con Santorio, infatti, comincia una radicale rivoluzione nell’ambito delle scienze mediche che segna l’inizio della medicina moderna, intesa come studio basato sui numeri e le evidenze.
Morbus est recessus’, scriveva Santorio, stabilendo così un principio che non verrà più rifiutato dopo di lui, ovvero che ‘la malattia è una distanza da un punto medio chiamato salute’. Non solo, quindi, secondo i suoi studi è possibile raggruppare le malattie in base a diverse tipologie o species (tipologie) qualitative, ma queste possono ora essere classificate anche in base alla loro gravità e intensità; e questa poteva essere misurata attraverso gli strumenti da lui stesso progettati e realizzati come può fare, ad esempio, il termometro, segnando le  distanze da un punto, che è un punto di temperatura media.

Tra questi, vari tipi di termometro. È l’inizio del ‘600 quando il medico costruisce il pulsilogio (pulsilogium quod nos invenimus) destinato a misurare con certezza matematica la frequenza e le variazioni del ritmo del polso. Questo strumento, costituito da un peso agganciato a un filo e oscillante come un pendolo accanto a una scala graduata, è considerato il primo strumento di precisione nella storia della medicina e, come dimostrato dallo studioso Fabrizio Bigotti (Institut für Geschichte der Medizin, Julius-Maximilians Universität Würzburg), viene menzionato per la prima volta nel De pulsibus libri duo (Padova, 1602) di Eustachio Rudio (1548-1612), precedentemente dunque alla prima citazione che Galileo fa del pendolo in una lettera privata dello stesso anno a Guidoblado del Monte. Santorio inventò altri cinque diversi tipi di tali dispositivi, detti pulsologia, in grado di valutare la frequenza dell'impulso e, ben quattro di questi, si basavano sulle proprietà del pendolo.

Tra i suoi contributi più significativi, vi è la statera medica o “sedia di Santorio” (sella Sanctorii), una bilancia speciale con la quale lo studioso cerca di capire, sottoponendosi per anni in prima persona alle sperimentazioni, le variazioni di peso che il corpo umano quotidianamente subisce. Con questo strumento Santorio è in grado di definire in quanto tempo e con quale modalità il corpo è in grado di tornare al proprio equilibrio, dato dalla proporzione tra ciò che viene assunto e ciò che viene espulso. È così che scopre l’esistenza della perspiratio insensibilis, la traspirazione insensibile, ed è così che scopre che gran parte di ciò che il corpo perde viene espulso attraverso pelle e polmoni. Per valutare quantitativamente i fattori che influenzano la traspirazione insensibile, Santorio introduce una serie di strumenti finalizzati alla misurazione: il termometro, l’anemomentro e l’igrometro utili a determinare la relazione tra perspiratio insensibilis, umidità e temperatura. Questo segna l’avvio dei moderni studi sul metabolismo. I risultati delle sue ricerche ed esperimenti vengono pubblicati nel 1614 nel De Statica Medicina, opera di grandissimo successo, diventato testo di riferimento per gli studiosi del periodo e dei secoli successivi, grazie anche alle numerosissime edizioni e alle tante traduzioni nelle principali lingue europee. Ed è proprio attraverso le tecniche di misurazione (il suo termoscopio, provvisto di scala di misurazione, si caratterizza come il primo vero termometro della storia) che Santorio Santori riesce a superare le antiche dottrine galeniche dimostrando anche, attraverso la misurazione della temperatura corporea in diversi soggetti sperimentali, i principi dell’omeostasi.

Nel 1624 Santorio abbandona l’attività di docente e si trasferisce a Venezia pubblicando, l’anno successivo, i Commentaria in primam fen primi libri Canonis Avicennae dove non solo racconta, contestualizza e raffigura gli strumenti da lui inventati ma ne descrive anche, in modo riassuntivo, l’uso. Tra questi meritano di essere ricordati in particolare, quelli chirurgici e igienici, tra cui: speciali trequarti per la paracentesi addominale e toracica, strumenti per la tracheotomia, una siringa per estrarre i calcoli dalla vescica, il balneatorium per eseguire a letto il bagno di un ammalato, il letto per la completa assistenza dei pazienti immobili.

Santorio Santori muore a Venezia il 25 febbraio 1636.

 

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