Foto: Massimo Pistore
Immaginiamo una passeggiata per il centro di Padova, partendo magari da Piazza Garibaldi, uno dei tradizionali punti di ritrovo. Proseguendo verso Piazza Cavour fino all’inizio di via Roma, calpestando cioè una parte del cosiddetto “liston”, incontriamo molti luoghi che fanno di Padova una città ricca di storia e di arte. Dal Caffè Pedrocchi a Palazzo Bo, passando per le tre piazze dei mercati, fino al Duomo, a Palazzo della Ragione e così via. Ma se osserviamo meglio ci accorgiamo quanto Padova sia anche una città ricca di scienza, proprio a partire da quella breve porzione di liston. Non parliamo solo di Palazzo Bo, storica sede dell’Università di Padova, parliamo di una scienza un po’ nascosta. Così nascosta che tutti, ma proprio tutti, abbiamo avuto almeno una volta, senza accorgercene, davanti agli occhi.
O meglio: sotto i piedi. Perché è proprio sul tratto di liston tra Piazza Garibaldi e Palazzo Bo che “calpestiamo la scienza”.
Guardando infatti la pavimentazione all’ingresso della zona pedonale dal lato nord (Piazza Garibaldi per l’appunto) si nota come sulla sinistra si alternino, allargandosi e restringendosi, fasce chiare in pietra d’Istria e fasce grigio scuro. Fin qui niente di particolare, ma osservando con attenzione si nota come la distanza tra le fasce chiare, ciascuna larga 20 centimetri, non si allarghi o restringa casualmente. Proprio così: passa da 30 centimetri a 50, poi a 80, cioè la somma tra 30 e 50, per passare poi a 130 (la somma di 80 e 50), 210 (la somma di 80 e 130) e infine 340 centimetri (la somma di 130 e 210). In pratica ogni distanza equivale alla somma delle due distanze precedenti.
Lo schema geometrico si ripete, ripartendo da capo quando giunge al massimo restringimento in corrispondenza dei lampioni e, a guardar bene, si ritrova lo stesso schema anche in Piazza Garibaldi e in via Santa Lucia.
Ma non è finita. Se facciamo una semplice operazione con coppie di distanze adiacenti troviamo un risultato molto curioso. Avremo che dividendo la somma tra 30 e 50, quindi 80, per 50 si ottiene 1,6. Ma anche dividendo la somma tra 80 e 50, quindi 130, per 80 si ottiene sempre 1,6 e così via: il risultato di quest’operazione, ripetuta per ogni coppia di distanze vicine, darà sempre 1,6.
È evidente quindi che lo schema usato per la pavimentazione segua una precisa regola matematica. Si tratta di una regola che si ispira alla successione di Leonardo Fibonacci, quella serie dove ogni numero, cominciando dal terzo, è uguale alla somma dei due numeri precedenti: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89... E il numero 1,6 riprende la sezione aurea. Con le distanze tra le fasce chiare del liston succede proprio così. Tutto questo non è stato fatto a caso, è frutto dell’attenzione di chi si ha progettato la pavimentazione dell’area pedonale a Padova negli anni ’80, come descritto in Soluzioni di arredo urbano a Padova (Cleup Editore, 1985) da Mario Acampora, Adriano Cornoldi e Adriano Verdi. C’è anche una curiosa coincidenza: pochi metri più avanti, nel cortile nuovo di Palazzo Bo: un’opera di Giò Pomodoro dedicata a Galileo Galilei, che rappresenta proprio la sezione aurea e che fino al 2002 era anch’essa parte del liston. L’autore ha pensato di omaggiare Galileo e la scienza da lui esplorata durante gli anni padovani (dal 1592 al 1610) con l’incisione del frontespizio dell’opera galileiana Sidereus Nuncius insieme alla spirale e al rettangolo realizzati secondo le proporzioni auree.
La matematica del liston, però, non finisce qui. Anche la disposizione dei cubetti di porfido che caratterizza l’area pedonale segue un preciso schema geometrico: lo schema ad archi contrastanti. Gli archi di questo tipo permettono di utilizzare pietre di dimensioni più piccole alle estremità e più grandi al centro. Dal numero di cubetti e dalla loro dimensione media dipende lo sviluppo dell’arco, cioè la lunghezza dell’arco stesso, da cui si possono ricavare a loro volta il raggio e la lunghezza della corda dell’arco.
Possiamo dedurre quindi che chi ha progettato la pavimentazione del liston ha tenuto in considerazione tutti i parametri geometrici e i calcoli necessari con un duplice obiettivo: non solo rendere funzionale ed efficace il lavoro, ma anche rendere piacevoli le nostre passeggiate con la bellezza e l’armonia che anche la matematica e la scienza in generale possono dare all’architettura.
Di certo noi non ci saremmo mai immaginati che la scienza potesse trovarsi proprio lì, sotto i nostri piedi, continuamente calpestata durante le nostre passeggiate.
Chissà allora in quali altri luoghi si nasconde la scienza a Padova.
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SPECIALE La scienza nascosta nei luoghi di Padova
- Il Liston
- Palazzo Bo
- Il teatro anatomico
- La Basilica di Palazzo Bo
- Le piazze del mercato e la scienza delle misure
- La Cappella degli Scrovegni
- L'orologio di Piazza dei Signori
- La Torre di Palazzo Bo
- La Specola
- Le mura
- L’Ospedale di San Francesco Grande
- La casa di Galileo
- L'Accademia galileiana
- L'Ospedale Giustinianeo
- L'Orto botanico
- Il Giardino della biodiversità
- La fisica di via Marzolo
- L'Orto agrario
- Palazzo della Ragione
- Il Seminario maggiore
- La passeggiata dei Nobel
- I Laboratori di Legnaro e la sezione padovana dell'Infn
- Palazzo Cavalli
- Esapolis. Il museo vivente degli insetti
- La spezieria dell'abbazia di Santa Giustina
- La Torre della ricerca
- La casa del Poleni e la scuola di chimica
- L'Accademia Delia
- Il Cisas, una base per lo spazio in città
- Il Consorzio Rfx e l'energia delle stelle
- La stazione idrobiologica di Chioggia
- Agripolis
- L'Osservatorio di Asiago