Compasso, goniometro e pantografi nell'allestimento del museo dell'educazione dell'università di Padova. Foto: Massimo Pistore
Figura significativa per il rinnovamento della didattica della matematica nella scuola italiana, Ersilia Bisson faceva parte di una rete di scienziate attive in Italia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e testimonia la volontà sempre più forte, da parte di costoro, di partecipare al dibattito scientifico dell’epoca e di dare un contributo alla ricerca.
Le condizioni della famiglia Bisson non erano agiate, ma al suo interno vi si respirava una certa cultura e veniva dato molto peso all'istruzione. Luigi Modesto Bisson, agente di commercio, era un membro della massoneria locale, ed era in contatto con alcuni degli esponenti più in vista del tempo, in particolare con Lodovico Frapolli di Firenze, con il quale intratteneva uno scambio epistolare significativo. Era la massoneria risorgimentale: quella che perseguiva una linea temperata e istituzionalista, e che si riconosceva in parole come libertà, fratellanza, umanità, progresso, concordia, solidarietà.
È questo il clima in cui crebbero Ersilia e le sue sorelle più grandi, che intrapresero tutte e tre la carriera scientifica. Elvira, nata nel 1858, era la maggiore. Portava il nome di una delle eroine dell’Ernani, opera di Giuseppe Verdi che probabilmente aveva lasciato un segno nella memoria del padre. Non si conosce esattamente quale sia stato il suo percorso di studi, ma è noto che trovò impiego alla Regia Stazione bacologica sperimentale, un’importante istituzione nata a Padova nel 1871 grazie all’impegno e alla dedizione di Enrico Verson, illustre entomologo che ne fu direttore per molto tempo. Elvira pubblicò articoli e monografie che testimoniano il suo impegno scientifico all’interno di questo specifico ambito di studi, e talvolta scrisse a quattro mani con lo stesso Verson.
Conobbe anche la coppia di coniugi Omboni: lui, Giovanni, docente alla Facoltà di Scienze, lei, Stefania, fondatrice del primo giardino froebeliano a Padova. Di quest’ultima divenne amica al punto da venir citata nel suo testamento.
Patrizia Zamperlin, storica della scuola e delle istituzioni educative, ripercorre la vita e la carriera di Ersilia Bisson. Riprese e montaggio di Elisa Speronello
La secondogenita Bisson, Italia, svolgeva invece una professione piuttosto insolita per una donna dell’Ottocento. Era microscopista, probabilmente impiegata all’università, all’ospedale o alla stazione bacologica.
Ersilia nacque a Padova il 6 settembre 1872, e frequentò la sezione fisico-matematica dell'istituto tecnico, l’unico indirizzo che consentiva l’accesso all’università, oltre al liceo classico. Difatti, finita la scuola secondaria, Ersilia si iscrisse all’Università di Padova, dove si laureò in matematica il 13 luglio 1895 (per prima in ateneo insieme a Cornelia Pressi), con una tesi dal titolo Sopra una classe di configurazioni; tre anni dopo fu dichiarata idonea all’insegnamento della matematica nelle scuole secondarie.
Nelle aule universitarie Ersilia incontrò il veneziano Michelangelo Minio, botanico e naturalista che nel corso della sua lunga attività scientifica avrebbe svolto ricerche pionieristiche nell’ambito della fenologia, quella parte dell’ecologia che studia il complesso rapporto tra clima e manifestazioni vegetali. Minio era a sua volta docente alle scuole secondarie, e per entrambi i primi anni di insegnamento comportarono vari trasferimenti. Nel 1906 lavoravano a Belluno, per poi trasferirsi a Venezia: Ersilia insegnava matematica alla scuola normale, dove venivano formati i futuri docenti, mentre il marito dirigeva il Museo di Storia naturale. Nel 1907 nacque il figlio Lorenzo, che sarebbe diventato un insigne filologo.
Museo dell'educazione dell'università di Padova. Foto: Massimo Pistore
Ersilia, fortemente impegnata sul fronte del rinnovamento della didattica della matematica, si dedicò al cosiddetto “giornalismo a carattere elementare”, molto in voga tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo. L’Italia si era formata da poco, e per questo veniva avvertito il bisogno di unificare e regolamentare anche il sistema scolastico. A questo è dovuto il successo delle riviste di pedagogia e di sapere scientifico a carattere elementare, che avevano lo scopo di istruire gli insegnanti delle scuole primarie e iniziare a istituzionalizzare le modalità della didattica. Nonostante siano pochi gli articoli che portano la sua firma, grande doveva essere la considerazione di cui godeva nella comunità scientifica, perché il suo nome viene citato anche in molti scritti dei matematici del tempo.
Alberto Conti era al tempo uno dei principali specialisti dell’educazione matematica e autore di diversi manuali scolastici di aritmetica, calcolo analitico e geometria tradotti in più lingue. Nel 1900 fondò il Bollettino di matematiche e di scienze fisiche e naturali. Giornale per la coltura dei maestri elementari e degli alunni delle scuole normali e, pochi anni dopo, il Bollettino di matematica, rivolto al più ampio pubblico degli insegnanti dei tre tipi di scuola media di quel tempo: la scuola tecnica, che permetteva di accedere alla scuola normale, l’istituto tecnico, e il ginnasio, dopo il quale si potevano frequentare il liceo e poi l’università.
Il Bollettino di matematiche e di scienze fisiche e naturali, fondato inizialmente a Bologna e pubblicato dalla casa editrice Zanichelli, spostò la sua sede a Roma tra il 1909 e il 1910, quando Conti si trasferì nella capitale per insegnare alla Scuola normale “Margherita di Savoia”. Fu in quegli anni che nella direzione del giornale si affiancò a lui un comitato editoriale composto da insegnanti tra cui proprio Ersilia Bisson, che compare anche tra i collaboratori e i lettori più attivi del Bollettino di matematica. Ci scrivevano 323 autori, tra cui insegnanti di scuola, professori universitari e studenti. Ersilia era una delle 26 donne tra loro, insieme ad altre i cui nomi erano piuttosto noti nella comunità didattica italiana del tempo, come Lia Predella Longhi e Adele Capuzzo.
Ersilia Bisson morì il 18 agosto 1931, poco prima di compiere 59 anni. A documentare l’importanza del suo impegno scientifico, oltre alla collaborazione con il Bollettino di matematiche, che accoglieva solo contributi di livello significativo, spicca il riconoscimento che ottenne da parte dei suoi contemporanei. Corrado Segre, illustre esponente della scuola italiana di geometria algebrica, incluse infatti nella sua Bibliografia sulla didattica il lavoro che Ersilia aveva pubblicato a Belluno nel 1908 con il titolo Errori ed inesattezze più comuni di aritmetica e geometria.
SPECIALE "Raccontami di lei"
1. Padova stupisce il mondo laureando una donna
2. La nobile austera devota a dio e al sapere
3. Talenti al femminile tra Cinque e Seicento
4. La dama imprenditrice che inventò un ospedale
5. La colpa fatale di essere italiana
6. In un romanzo del ’500 il nuovo ideale di donna
7. Una febbre poetica arsa troppo presto
8. L’azzardo della filosofa: il pensiero non ha sesso
9. Un altro tabù che cade: la tragedia amorosa
10. L’attrice che per prima rubò la scena agli uomini
11. Quegli speciali ritratti specchio del fasto veneto
12. La dama delle lancette, una donna da sacrificare
13. Rime e fisica, gli amori della prima studentessa
14. Biblioteca al femminile? È l’idea di un uomo
15. Cinque protagoniste della Resistenza a Padova
16. Dai primi modellini ai successi nell'arte sacra
17. “La donna”: in redazione i maschi non servono più
18. L'idea dell'istruzione come mezzo per emanciparsi
19. Un nuovo tipo di carità: riscattarsi con il lavoro
20. L'esperienza padovana del "socialismo medico"
21. Poesia svelata tra passione e tragedia
22. La lotta per la parità parte dal ghetto di Venezia
23. L'intellettuale eclettica non dimentica gli umili
24. La Duse della pedagogia e il metodo del cuore
25. Le grandi battaglie per le donne lavoratrici
26. Le artigiane al lavoro nel palazzo della contessa
27. La scienza matematica e l'arte del divulgare
28. Romanzi che dipingono la famiglia come prigione
29. Le ultime ore sul treno con Levi
30. L'infermiera bibliofila che curava con i libri
31. La costituente che liberò le donne
32. L'esploratrice solitaria che sfrecciava tra le Alpi