CULTURA
La scienza nascosta nei luoghi di Padova: il Cisas, una base per lo spazio in città
Tutte le foto di Massimo Pistore
In via Venezia 15, mentre al piano terra un concessionario vende automobili, al piano superiore si lavora a ben altri veicoli: veicoli spaziali per la precisione. Proprio lì infatti, in un luogo del tutto inaspettato, c’è la sede principale di un centro di ricerca d’eccellenza in campo spaziale: il Centro di ateneo di studi e attività spaziali “Giuseppe Colombo”, il Cisas. Compie 28 anni nel 2019 e da sempre spicca per il ruolo che ha avuto nei più recenti programmi spaziali. Nasa, Esa e Asi sono infatti solo alcune delle agenzie spaziali che in questi anni hanno collaborato con il centro padovano per l’esplorazione spaziale.
L’idea di dare vita a Padova a un centro di ricerca come questo risale a una sera d’autunno del 1988 quando al Castello di San Pelagio, appena fuori Padova, Francesco Angrilli di Ingegneria meccanica, Pierluigi Bernacca e Francesco Bertola di Astronomia, Giorgio Vittorio Dal Piaz di Geologia, Giuseppe Tondello di Elettronica e Informatica e Vittorio Vanzani di Fisica, decidono di unire le conoscenze e le competenze di diverse discipline scientifiche per contribuire concretamente al progresso nel campo della ricerca spaziale. E così, come centro di unione di dipartimenti di ambito diverso, e grazie anche a una convenzione tra università e Finmeccanica, nasce il Cisas che sarà poi attivo dal 1991.
Dietro il progetto c’è la volontà di continuare la tradizione di Giuseppe Colombo, “Bepi” per gli amici, di cui il Cisas porta il ricordo nel nome, quel grande scienziato italiano che ha rivoluzionato la ricerca spaziale portando la sua formazione matematica nello Spazio.
A Colombo è stata dedicata “BepiColombo”, una delle missioni di esplorazione interplanetaria più ambiziose mai programmate dall’Esa, che ha lo scopo di studiare il campo magnetico di Mercurio, ma anche forma, struttura, geologia, origine ed evoluzione del pianeta. Bepi è noto per il suo “fiume di idee”, per il processo che riusciva a sviluppare per realizzarle e per la sua ricerca della semplicità, che per lui era l’unica strada giusta nella soluzione dei problemi. Matematico per formazione, non mancava di ricordare quanto importante fosse il contatto con l’ingegneria e altri campi della ricerca scientifica.
E anche questo si riflette al Cisas: l’interdisciplinarietà è il motore della ricerca di cui si occupa il centro. Ingegneria elettronica e meccanica, fisica, astronomia, geologia, robotica, biologia e molti altri sono gli ambiti della ricerca scientifica che contribuiscono alla realizzazione dei progetti del centro. E non solo dall’Italia: le collaborazioni sono sempre a livello internazionale e raggiungono centinaia di persone a singolo progetto. Infatti ogni strumento o componente che si vede esposto nelle teche della sede principale di via Venezia è frutto di un lavoro internazionale e interdisciplinare. Lungo il corridoio su cui si affacciano gli uffici, possiamo osservare modelli di strumenti che hanno viaggiato a bordo di missioni spaziali come Cassini-Huygens, MarsExpress, Rosetta, ExoMars, BepiColombo.
“ I programmi spaziali partecipati vanno dai satelliti Hipparcos alla sonda Giotto, passando per Cassini-Huygens, MarsExpress, VenusExpress e Rosetta
Se poi ci si allontana di poco e si attraversa la strada si raggiunge il Laboratorio di Misure meccaniche e termiche del Dipartimento di Ingegneria industriale. E per finire c’è anche il Laboratorio di Ipervelocità e propulsione aerospaziale in via Venezia 59/A. Tra gli altri, nei laboratori si osservano strumentazioni di misura, apparati che riproducono l’atmosfera intorno ad altri corpi celesti, o ancora strumenti utilizzati a scopo didattico per la simulazione di guida di un rover sulla superficie di un altro pianeta.
I programmi spaziali che hanno strumenti sviluppati al Cisas, oppure che dal Cisas hanno ricevuto importanti contributi scientifici o tecnologici, vanno dai satelliti Hipparcos alla sonda Giotto, passando per Cassini-Huygens, MarsExpress, VenusExpress e Rosetta. Tra le attività del Cisas, poi, rientrano anche il Planetary Analogue Geological and Astrobiological Exercise for Astronauts (Pangea), un programma di formazione per portare gli astronauti a essere in grado di identificare, raccogliere e analizzare campioni e siti di corpi celesti su cui atterrano. I progetti e le missioni a cui il Cisas ha lavorato negli ultimi anni sono stati di grande impatto mediatico. Progetti che, forse inconsciamente, sono sentiti come “lontani” o avvenimenti a cui assistere a distanza, quando invece il loro sviluppo è molto più vicino a noi di quello che possiamo immaginare. E il Cisas ne è un esempio, lì al primo piano del civico 15 in via Venezia a Padova. Si crea anche un interessante contrasto: alle automobili di quella zona così trafficata si contrappongono mezzi e componenti spaziali progettati e sviluppati giusto a pochi metri.
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